sabato 27 aprile 2013

Tipologie di cliente: il preciso

E' un energumeno.
Nonostante la polvere, i chiodi, i pezzi di mattone, gli utensili pesanti, nonostante il rumore incessante del martello demolitore o dell'impastatrice, quando arriva in cantiere hai l'impressione di vedere entrare un elefante in una cristalleria.
Si muove in modo impacciato, appesantito e rumoroso.
Su questo aspetto grossolano non avresti scommesso mezza lira, ma in fase di progetto ha dimostrato buon gusto, apertura mentale, modernità ed allegria compositiva.
Fin qui avresti potuto definirlo il cliente perfetto. Certo non considerando lo strano scricchiolio della sedia dello studio quando viene sottoposta al carico non indifferente delle sue poderosa membra.
Fin qui avresti potuto dire che "sì, questo lavoro sarà una passeggiata. anzi, sarà una bellissima esperienza".

Poi inizi il cantiere.
Sei talmente convinto che lui non ti darà problemi che quasi adori vederlo fare capolino ogni mattina ed interessarsi ai lavori. Lo rendi partecipe, gli spieghi passo passo i lavori che si stanno facendo, cerchi di farlo diventare una tua creatura per colpa di un pericoloso mix tra il tuo ormai sviluppato e sprecato istinto materno e la magnificenza e benevolenza che ti viene dal fatto di essere un essere supremo in quanto architetto.

Ma poi, pian piano ed inevitabilmente, esce fuori il mostro che è in lui.
Un mostro che è esattamente l'opposto di ciò che il suo fisico suggerisce.
Un mosto che nessuno saprebbe spiegare come faccia a starsene rintanato in quel corpo impreciso e bislacco.
E' il mostro della precisione. Fanatica precisione. Matematica precisione. 
Conta i centimetri, verifica gli allineamenti, resta ore ad osservare le piastrelle una per una, per scovare un difetto, una differenza, qualsiasi cosa possa disturbare il suo occhio meticoloso ed attento.
Non sa o forse non capisce, ammattito com'è dalla sua mania, che la bellezza di un lavoro artigianale sta nell'imprecisione, nella differenza, in quel piccolo particolare che rende una cosa l'esempio lampante del fatto che il mondo è fatto per gli uomini, e non per gli dei.
Cominci ad odiarlo. Basti tu a fare il critico in cantiere. E' un primato che ti spetta di diritto.

Finché un giorno lo trovi lì, chino sul pavimento appena montato, un bellissimo pavimento non rettificato, un pavimento imperfetto come lo siamo tutti, ma di grande personalità. E lo trovi lì, accovacciato con tutta quella massa corporea arrotolata e ristretta, a tenersi con una mano i lembi della giacca che altrimenti strofinerebbero a terra mentre nell'altra mano tiene un righello rosa rubato dallo zaino della figlia.
Uno stramaledetto righello rosa col quale pretende di verificare che la fuga sia davvero un millimetro ovunque.

A quel punto ha rotto la cristalleria in cui si muoveva. Le tue orecchie si riempiono di un frastuono indescrivibile. Frastuono di vetri frantumati in mille pezzi.
Finisce la magia, e quello torna ad essere un lavoro e non una magnifica esperienza.

Imparate ad amare i piccoli difetti delle vostre case. Sono ciò che le rende vere. 

5 commenti:

  1. Standing ovation!!
    Patti-Pattibum

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  2. Concordo con Patti-Pattibum!
    Sappi che ti ruberò la frase finale e la citerò ogniqualvolta un cliente troverà un qualche piccolo difetto!
    (e comunque, l'immagine dell'energumeno inginocchiato sul pavimento col minuscolo - almeno io lo immagino minuscolo - righello rosa in mano è esilarante...)

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  3. Lo so che l'immagine è talmente comica da sembrare inventata, ma vi assicuro che è una storia vera!!!

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  4. ....visto che questo blog mi piace tanto...ho deciso di assegnarti un premio! vai al link http://notthesamestuff.blogspot.it/2013/05/very-inspiring-blogger-award.html per ritirarlo!! :)

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  5. eh questi precisi so terribbbili, comunque è sempre un piacere leggerti, sai trovare il lato comico/ironico nei fatti della vita e dell'esser Architetto

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